"NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA"
TRAVERSATA ISONTINA IN TRE TAPPE DA MONFALCONE A PLAVE
LUNGO LA ZONA DEL FRONTE DEL SECONDO ANNO DI GUERRA
terza tappa: DOMENICA 8 MAGGIO 2016
IN TRAVERSATA DAL MONTE SANTO AL FIUME ISONZO
L'itinerario:
Prevala-Sella di Dol (336 m), Sveta Gora-Santuario di monte Santo (681
m), Preški vrh (503 m), monte Vodice (651 m), Kuk-monte Cucco
(612 m–facoltativo), Paljevo (350 m), monte Prižnica-quota Montanari
(383 m), Plave-Plava d'Isonzo (127 m).
IL
PROGRAMMA DELLA GITA: indicazioni e orari Nota: cliccando sull'asterisco rosso * si aprono le fotografie. Cliccando invece sui nomi in rosso si aprono i blog collegati.
Ritrovo dei partecipanti alla gita in
Piazza Oberdan;
Ore
7.00 Trieste. Partenza
con la corriera. Passando per la strada costiera e poi la SS. 55 (o del
vallone), si raggiunge Gorizia. Entrati in Slovenia attraverso l’ex valico di Sant’Andrea,
si tange Nova Gorica arrivando allo storico paese di Solkan-Salcano. Sosta per
il caffè. Prendendo la strada che porta a Chiapovano e la Selva di Tarnova, si raggiunge la
Sella di Dol (54 km. da Trieste).
Ore
9.00 Sella di Dol (punto 1). Partenza a piedi. Si raggiunge il vicino bivio con la
strada che conduce al santuario di monte Santo; inizio della salita verso la
cima. Dopo ½ km. si prende a sinistra una mulattiera traversale, dove presto
inizia il sentiero segnalato, inizialmente accidentato ma mai pericoloso, che
risale l’erta pendice ovest del monte, volutamente rasentando le fortificazioni
della linea difensiva austriaca *. Si visiona lungamente le profonde
trincee, gli ingressi di ricoveri e gallerie scavate nella roccia, ritornando
infine sulla strada asfaltata nei pressi di un suo tornante, dove si stacca la
mulattiera che conduce verso la cima *. Si
raggiunge il grande posteggio * costruito
per dare comodo accesso automobilistico al molto frequentato santuario. Programma alternativo: i meno allenati
potranno pervenire al posteggio sia risalendo a piedi, più facilmente (per 3
km.), la strada asfaltata oppure addirittura usando la nostra corriera (1 ora
di cammino e 350 metri di dislivello in meno). Nelle giornate festive alta è l’affluenza
della gente attratta oltre che dalla presenza del santuario *, anche di un
buon ristorante * e
dallo stupendo panorama * che
spazia apertamente sull’Isonzo, il monte Sabotino e la vallata di Gorizia.
Passeggiata raccomandata (10 minuti) al colle di San Francesco, dove in origine
era collocato un monumento del noto architetto Max Fabiani *, demolito
nel 1948.
La storia del santuario incomincia, come spesso accade, con
l’apparizione della Madonna a una pastorella del posto (anno 1539). Logica per
fede religiosa e anche per convenienza social-politica la costruzione del
primitivo santuario nell’anno 1554, con venerazione popolare di due antiche
immagini votive: il quadro posto al centro dell’altare attribuito a Palma il
Vecchio e una cinquecentesca statua lignea dorata ora custodita nella cappella
retrostante l’altare. La fede pellegrina superò perfino un ordine imperiale di
soppressione (anno 1786) e la chiesa fu ricostruita a furor di popolo.* Foto storiche) Purtroppo non riuscì a resistere però alla
rovina della Grande Guerra, essendo posta come cardine della seconda linea
difensiva austriaca e ridotta a poche macerie dai bombardamenti italiani.
L’attuale edificio sacro e gli altri accessori sono il risultato della sua ricostruzione,
avvenuta nel 1925; sosta in visita al santuario. L’itinerario della gita prevede di seguire tutto
quell’erto crinale che fu oggetto dei più cruenti scontri della seconda fase
delle battaglie dell’Isonzo (agosto 1916-otttobre 1917). Dalla testa di ponte di Plave, conquistata dagli
italiani fin dal suo inizio (maggio 1915), partirono a più riprese e con esito
alterno gli assalti italiani alla munitissima seconda linea difensiva austriaca
che, inizialmente appostata sul monte Sabotino, era stata qui arretrata per
effetto della vittoria italiana nella sesta battaglia dell’Isonzo (agosto
1916). Appena nel maggio del
1917 gli italiani riuscirono a impossessarsi del monte Cucco e
del Vodice, mentre il monte Santo, con il santuario ormai raso al suolo, fu
conquistato solo nell’agosto seguente. L’enorme, vicendevole sacrificio di
tante vite umane fu reso inutile e ininfluente per effetto del ripiegamento
generale italiano sull’estrema linea difensiva del Piave, durante la drammatica
“ritirata di Caporetto” dell’ottobre 1917.
Ore 12.00
Monte Santo (punto 2). Partenza a comitiva unita dal piazzale del monte
Santo. Ignorando il troppo accidentato percorso di cresta, si scende con una
larga strada bianca * fino a
pervenire alla sella Preški
vrh che separa
il monte Santo dal Vodice, la nostra prossima meta. Seguendo una carrareccia si
potrebbe pervenire comodamente alla vetta, ma dalla sella parte anche un non
frequente segnavia bianco-rosso * (indicazioni
scarse) che induce a seguire una mulattiera-scorciatoia molto panoramica
(numerose le trincee che s’incontra lungo il cammino) che consente di salire più direttamente ma
senza difficoltà, alla sommità del monte Vodice. Importante il monumento qui
esistente, un mausoleo circolare eretto in onore del generale Gonzaga:
l’interno che è interamente mosaicato reca nomi delle battaglie e stemmi. Impressiona
la vista retroattiva sul santuario del monte Santo come quella sull’imponente
versante est del monte Sabotino, separato dall’azzurrissimo Isonzo. Proseguendo
per la cresta si raggiunge uno spiazzo, decentrato ma facilmente raggiungibile facendo una breve deviazione, dove troviamo un’altro
monumento, che è dedicato agli alpini, costituito da un’aquila sorretta da una
colonna *. Facoltativo
ma raccomandabile un percorso indicato esplorativo che tocca gli ingressi di
una numerosa serie di caverne. Necessaria, per i più curiosi, il possesso di
una torcia. Sosta per il pranzo
al sacco.
Ore 13.30 monte Vodice (punto 3). Scendendo con un evidente sentiero attraverso un
rado bosco, si perviene a una vasta area prativa pertinente alle “case Vodice”,
due isolate costruzioni rurali. Nelle giornate limpide è molto bella la
veduta rivolta verso tante cime delle Alpi Orientali. Seguendo la forestale
d’accesso si attraversa quasi in piano fino ad arrivare alla sella posta fra il
Vodice e il successivo monte Cucco. La sella è attraversata da una strada
locale che sale dall’Isonzo, toccando le frazioni di Zagora e Zagomila. Nelle
vicinanze, si trova una lapide commemorativa detta “Novak Plaz” *, e le poche le
tracce di un cimitero militare. Consentita
solo ai più veloci la salita, tramite un sentiero poco frequentato, verso la
cresta sommitale del monte Cucco perché non essendoci poi un facile
proseguimento verso Paljevo si deve tornare indietro. Il monte è troppo
inselvatichito per consentire una facile visita alle caverne. Il sentiero
percorribile si conclude in un’aperta area prativa (dove si usa decollare in
parapendio) che offre una splendida vista specie sull’Isonzo e il monte
Sabotino. Dalla sella si prende invece la larga strada forestale,
particolarmente ben tracciata, che taglia il versante settentrionale del monte.
Dopo mezz’ora di un pò monotono ma rasserenante procedere, si sfocia
sull’asfalto presso le poche case di Palievo, un isolatissimo abitato posto in
un’amena conca prativa. E’ raccomandabile continuare con la strada (eventuale
scorciatoia inerbita) che conduce all’aperta zona sommitale di un piccolo
poggio (Krin, q.350) dove è situata una grande “casa per cacciatori”, con
annesso campo di bocce e rustiche panche per picnic. Il rilievo è un ottimo
belvedere sull’alta valle dell’Isonzo dove, una bruttura del fondovalle,
occupato dalle strutture del cementificio di Anhovo-Salona, è ampliamente
ricompensata dalla bellezza dell’Isonzo, delle montagne intorno che lo
racchiudono e, nello sfondo visivo, le splendide creste dei monti Nero e
Bogatin.
Ore 15.00
Palievo, casa per cacciatori (punto 4). Con una
breve deviazione si scende alla vicina sella che ci divide dal rilievo di quota
383, denominato “Poggio Montanari”; dove si trova la ricostruita chiesetta
rupestre di San Quirino. Con un sentiero poco segnalato si sale senza difficoltà
alla zona sommitale del colle, la cui conquista (18 maggio 1917) fu oggetto, fin
dall’agosto del ’16, di sanguinosissimi combattimenti. La boscosa cima è
evidenziata oltre che dalle trincee, da un tabellone informativo e una panca.
Ore 16.00 monte Prižnica-quota
Montanari (punto 5). La discesa avviene seguendo
una chiara traccia nel bosco recentemente risistemata (però con scarso segnavia)
che consente di scendere lungo il sommo della sua dorsale ovest, quella in cui
si svolsero i disperati tentativi di conquista italiani (il percorso fa parte
della “via della pace”). Poi, quando la traccia diventa una mulattiera di
guerra s’incontrano dei ricoveri scavati nella roccia e la breve caverna
Avellino, dal bel portale scolpito. Alla fine si va a sfociare in un tornante
della stradina asfaltata che da Paljevo scende verso la strada principale. I
più stanchi potranno qui pervenire percorrendo invece la strada asfaltata.
Seguendo la strada si arriva proprio in corrispondenza con la deviazione che,
oltrepassato con un ponte l’Isonzo, normalmente conduce al paese di
Plave-Plava. Il paese, essendo il relativo ponte sull’Isonzo in totale
ricostruzione, attualmente non è direttamente raggiungibile. In un vicino
spiazzo della strada principale si troverà la corriera. Fine dell’escursione a
piedi.
Ore
17.30 Plave-Plava d’Isonzo
(punto 6). Partenza con la corriera. Si risale la valle dell’Isonzo fino al
successivo paese di Deskle (a 3 km), oltrepassando con un ponte l’Isonzo (bella
la veduta sul fiume), raggiungendo Plave con la strada che percorre il versante
opposto. Sosta di 1 ora nel ristorante
Pri Mostu (punto 7-tel.
0038653052523), per
festeggiare la conclusione del ciclo di tre tappe celebranti il “Centenario
della Grande Guerra” con possibilità di una cena in compagnia (da prenotare in
sede entro venerdì 6 maggio, pagamento in corriera). composta di un primo
piatto di tagliatelle con gulasch e pane, al
prezzo concordato di € 6 (sei), bibite escluse.
Ore 19.00
Plave-Plava. Partenza
con la corriera. Ritornati a Deskle, si ripercorre la splendida strada che
fiancheggia l’Isonzo raggiungendo Solkan-Salcano. Il rientro a
Trieste segue il tragitto stradale fatto al mattino.
Ore 20.30 Trieste. Arrivo in
piazza Oberdan (km 67 da Plave). Fine della gita.
La mappa è
tratta dalla carta slovena “Goriška” di scala 1:50000.
Il programma
sarà strettamente osservato salvo cause di forza maggiore.
I capogita:
Roberto Vernavà (tel.3382598652) e Sergio Ollivier (tel.3493413641).
Caratteristiche del percorso: si svolge
prevalentemente su larghe carrarecce con tratti di facile sentiero segnalato
(E) –
Ore 6 e ½ totali di cammino (riducibili di 1 ora usando la corriera), km. 12 circa - dislivello totale metri 600 in salita, metri 840 in discesa.
Ore 6 e ½ totali di cammino (riducibili di 1 ora usando la corriera), km. 12 circa - dislivello totale metri 600 in salita, metri 840 in discesa.
Opportuni i
bastoncini in caso di terreno bagnato e l’uso di una torcia se si visitano le
caverne. Niente acqua lungo il percorso.
Quota di partecipazione: corrisponde a € XX per i soci Cai. Per i non soci supplemento di € 8 per l'assicurazione soccorso alpino.
Iscrizioni: si accettano presso la segreteria del Cai Trenta Ottobre di via Battisti 22 (tel. 040635500) dalle ore 17.30 alle 19.30, dal lunedì 2 al venerdì 6 maggio.
Quota di partecipazione: corrisponde a € XX per i soci Cai. Per i non soci supplemento di € 8 per l'assicurazione soccorso alpino.
Iscrizioni: si accettano presso la segreteria del Cai Trenta Ottobre di via Battisti 22 (tel. 040635500) dalle ore 17.30 alle 19.30, dal lunedì 2 al venerdì 6 maggio.