DOMENICA 21 GENNAIO
2018
RUSCELLI, TORRENTI E
ZONE VERDI DEI RIONI PERIFERICI DI
TRIESTE
Itinerario: Borgo San Sergio (45 m), rio Storto (142 m), torrente Zaule (80 m), rio Marcese (130 m), Altura (151 m), rio Spinoleto (138 m), Raute (181 m), Montebello (272 m), rio Corgnoleto (142 m), torrente
Settefontane (104 m), Cattinara (249 m), Longera (230 m), torrente Farneto (130 m), Rotonda del Boschetto (41 m), sede Cai XXX Ottobre (10 m).
Premessa: è da qualche anno che viene organizzata la
gita d’apertura facendo in modo che questa si concluda con un rinfresco nella
sede sociale. E’ per noi tutti un momento propiziatorio per un buon anno
escursionistico. Un problema è quello del trovare temi e itinerari interessanti
e poco conosciuti del circondario di Trieste. Questa volta si è pensato di
concentrare l’attenzione sui vari ruscelli (e torrenti) che solcano il nostro
territorio. Per ragioni di tempo è stato scelto un percorso più diretto, anche
perchè il greto di qualche rio, visto l’attuale abbandono, non è di facile
percorribilità. Comunque sono segnate in mappa (..) anche le possibili
alternative. Questo sarà l’itinerario che seguiremo:
IL
PROGRAMMA DELLA GITA, indicazioni e orari:
Ore
7.20 Trieste, piazza Oberdan. Partenza con il bus n°20, con arrivo a
Borgo San Sergio.
Ore
7.45 Borgo San Sergio (punto a). Al fianco della
carrozzeria Apollo prende il via la nostra escursione a piedi. Iniziamo la gita
percorrendo il solco fluviale dove scorre il torrente denominato Zaule, formato
dall’unione dei due rami del rio Storto. Le
due sorgenti si trovano in zona Cattinara, rispettivamente sotto lo svincolo
autostradale (ramo est) e sotto l’ospedale (ovest). Giunto a Borgo San Sergio,
il corso d’acqua è stato completamente intubato fino al suo sbocco a mare nel
canale navigabile. Con un sentiero non segnalato guadagniamo il letto del
torrente in un punto che è raggiungibile anche dalla strada locale che sale
verso San Giuseppe. Poco più avanti si trova il luogo dove confluiscono i due
iniziali ruscelli e formano il torrente Zaule
(punto 1). Risalendo con un facile
sentiero il rio Storto est e
ammirata una bella cascata, continuiamo sul suo versante sinistro tenendoci
sempre vicini al greto, fino a giungere sotto l’alto viadotto dell’autostrada.
Purtroppo qui si notano parecchi rifiuti e perfino un’Ape abbandonata.
Ignorando delle carrarecce che ci permetterebbero di salire ancora, noi invece
ritorniamo di poco indietro e con una breve traversata ci portiamo ora sul ramo
ovest del rio Storto. Seguiamo in discesa il rio Storto ovest che, specie se è in periodo di piena, forma delle
belle “cascatelle”; il pendio mostra ancora i segni dei vecchi terrazzamenti. Tutta
la piccola valle incisa da questo ruscello è percorribile senza troppi
ostacoli, bisogna però cercare i passaggi migliori. Si ritorna così al punto di
confluenza dei due rami. Per proseguire prendiamo, poco più avanti, un comodo
collegamento con cui possiamo risalire, passando vicino a un pilone della
dismessa teleferica dell’Italcementi, fino al colmo della dorsale, dove arriva
anche una stradina, servente un paio di ville, che parte dalla via “Brigata
Casale”. La risaliamo, anche senza obbligo di percorso perché questa bella area
verde, che è collocata fra lo Zaule e il rio Marcese, è in gran parte prativa.
Il paesaggio è sorprendentemente bucolico e talvolta si possono trovare perfino
delle pecore al pascolo. Con una visione sempre più ravvicinata della struttura
ospedaliera di Cattinara, sfociamo nella frequentata pista ciclabile ricavata
dal tracciato dell’ex-ferrovia Campo Marzio-Kozina. Il panorama si è
stupendamente aperto sul golfo di Muggia. Tralasciando la possibilità di salire
direttamente a Cattinara oltrepassando il ponte sull’autostrada, andiamo invece a sinistra e giunti
sotto i piloni della grande viabilità, possiamo notare l’inizio del rio Marcese, che noi non seguiremo perché il greto è molto
trascurato. E’ però anche possibile, come interessante alternativa (..),
attraversare il rio Marcese (punto 2) partendo da un recinto per
animali per collegarsi, con un solo minimo saliscendi, al fatiscente casello
dell’ex-ferrovia (..). Noi, passando accanto al detto casello, seguiamo ora la
bella pista ciclabile e con essa attraversiamo lo spazio invasivamente occupato
dalle tante costruzioni che compongono il rione di Altura (punto b-bus 37-48-ore 9.45); anche un altro percorso è stato segnato in mappa (..). La pista
ci conduce sull’alto viadotto che scavalca il rio Spinoleto (punto 3).
La splendida vista della valle, con gli altri ponti della viabilità, il verde
del folto bosco e in fondo l’azzurro del mare di Trieste, conquista lo sguardo.
Il rio Spinoleto inizia dall’altura di
Montebello e sfocia nel canale navigabile. Per ragioni di tempo e
un’effettiva difficoltà nel procedere lungo il suo greto, accontentiamoci
dell’aperta vista dall’alto e oltrepassiamo così la profonda incisione del rio
Spinoleto. Subito dopo un’indicazione ci suggerisce una breve salita gradinata
che, tenendosi a fianco di un piccolo solco fluviale (il rio Risano), ci porta
sull’omonima strada locale che traversa, servendo ville recenti, il versante e
sfocia sull’erta “salita di Raute”. Il rione di Raute (punto c-bus 13-ore 10.15) si è molto sviluppato
in tempi recenti fino a occupare buona parte del panoramico versante sud-est
della collina di Montebello, la cui sommità sarà la nostra prossima meta. Sottopassata
l’autostrada, prendiamo allora una buona carrareccia che sale tenendosi sempre
vicina al bordo est del colle. La vista man mano si amplia verso oriente, con i
baluardi della val Rosandra e di San Servolo a chiudere il nostro orizzonte. Giunti
al culmine il panorama è diventato grandioso e abbraccia tutto il nostro golfo.
La sommità del colle di Montebello (punto d-ore 11.45) è occupata da
un serbatoio idrico e dalla sede di una società ciclistica, dove si farà la merenda
al sacco. La vicina Cattinara e i suoi tanti autobus consentiranno ai gitanti
di interrompere o iniziare qui la propria escursione. Per la discesa prendiamo
una carrareccia che si tiene a fianco della recinzione dell’autostrada.
Sottopassata questa, con un sentiero che scende tenendosi vicino al recinto
dell’ex-polveriera, arriviamo così alla via “Brigata Casale”, che attraversiamo
facendo attenzione, per accedere alla via rio Corgnoleto. Il rio
Corgnoleto (punto 4) inizia dalle falde alte di Montebello ed è stato
intubato poco prima del cimitero comunale. Per
evitare l’asfalto, proseguiamo con un’avventurosa scorciatoia che ci porta alla strada di Fiume (punto e-bus 37-48-ore 12.30) e poi con una scalinata raggiungiamo la S.S.202 (via Carnaro). Oltrepassatala (attenzione), si scende con la ripida
parte terminale della via Montebello fino a rintracciare una rustica scaletta
con la quale raggiungiamo un ponticello sul torrente Settefontane. N.B. Seguendo
a ritroso la via di Montebello si può raggiungere in breve la fine di via
Cumano (bus 18). Il torrente è stato intubato poco a monte di questa. Inizio della
risalita del torrente Settefontane (punto 5). Raggiunto un vicino edificio
diroccato pertinente alla ferrovia Transalpina, percorriamo la sponda ovest del
torrente fino a quando la ferrovia entra in galleria. Un sempre presente
segnavia rosso ci rassicura sull’itinerario. Poco dopo si presenta il problema
più importante: una privatizzazione ci impedisce il più logico percorso (..).
Allora dobbiamo prendere un sentiero proprio da noi disboscato con cui possiamo
risalire alla via Forlanini e, dopo un suo breve tratto, prendere una sua
laterale, la via Parin. Una prima discesa (via Butti) ci collegherebbe con i
detti vigneti privati (i cancelli sono semiaperti) e al torrente. Noi invece
proseguiamo fino alla fine della strada, rintracciando il sentiero che ci
permette di ritornare sulla sponda del torrente. Da qui si prosegue senza altri
problemi, perché tenendosi sempre a sinistra del torrente, con una comoda
carrareccia risaliamo il corso, tanto suggestivo quanto niente frequentato.
L’ambiente è molto appartato e non sembra di essere a due passi dalla città. La
nostra risalita termina a Cattinara (punto f), proprio all’altezza
dell’antica trattoria Gelmo; numerosi sono i bus qui reperibili. Proseguendo,
prendiamo il vecchio collegamento pedonale con il sottostante paese di Longera.
Qui giunti si farà una sosta per un momento di ristoro presso l’ospitale
osmizza di Fabio Ruzzier. Partenza da Longera
(punto g-bus 35-ore 15); a fine paese prendiamo la strada che porta verso Melara e
superato il torrente Farneto (chiamato anche Starebrech), qui nel suo tratto
iniziale, presto prendiamo un sentiero, inizialmente cosparso da rifiuti, che
solitamente si usa per collegarsi con la zona della Villa Revoltella. Questa
volta però, pervenuti all’unico bivio esistente, deviamo a destra,
tranquillizzati da un utile segnavia bianco, su un’evidente traccia che
discende nel bosco, tenendosi sempre abbastanza vicina al torrente.
Raccomandata una visione più ravvicinata di un caseggiato in completa rovina
che era al servizio della linea ferroviaria della Transalpina, che si può anche
raggiungere proprio in corrispondenza dell’uscita della galleria con la quale
questa sottopassa il colle di San Luigi. Continuando, in breve raggiungiamo un
ponticello che scavalca il torrente
Farneto (punto 6).
Seguiamo a lungo la comoda passeggiata che affianca il greto, che si svolge in
un ambiente vario molto rasserenante (a sinistra il bosco, a destra orti poco
coltivati); da ammirare il gioco dalle acque del torrente, specie quando è in
piena. Giunti alla fine della passeggiata (un ponte) solitamente si sale per
raccordarsi con un sentiero segnalato che sfocia sulla strada del Cacciatore
(..). Noi invece continuiamo lungo il fondovalle (il torrente è ora intubato) e
attraversando il posteggio di un gruppo di case popolari e un complesso
sportivo in parte abbandonato, accediamo alla strada per Longera e subito dopo
allo slargo della “Rotonda del Boschetto”
(punto h-bus 6- 9-ore 16.00). Per restare nel tema della gita percorriamo tutta la via Giulia (il torrente Farneto scorre su un letto
sotterraneo fino a congiungersi con il Settefontane e poi con esso va a
sfociare nel Porto vecchio). Superato il Giardino Pubblico, arriviamo
proprio allo stabile di via Battisti 22 nel quale c’è la sede del Cai XXX
Ottobre. Fine dell’escursione.
Ore
16.30 Sede del Cai XXX Ottobre (punto
i). Partecipazione a un rinfresco conviviale (salumi, dolci e bibite)
preparato a cura dell’Organizzazione per festeggiare la conclusione della gita
d’apertura dell’anno sociale escursionismo 2018.
Il programma della gita sarà strettamente osservato, salvo casi di forza maggiore.
I capogita: Sergio Ollivier
(cell.3493413641) e Roberto Vernavà (cell.3382598652).
La mappa, che è tratta dalla
carta Tabacco n° 47, è in scala adattata 1:20.000.
Caratteristiche dell’itinerario: si svolge su percorso misto non difficile, con tratti di sentiero (nei pressi dei corsi d’acqua), carrarecce (nelle zone verdi) e brevi raccordi su strade asfaltate. Molto opportuni i bastoncini, in particolare nel caso di terreno bagnato.
Percorso completo: ore 7 ½ di
cammino, km. 14 circa. Dislivello 430 m. in salita, 470 m. in discesa. Possibilità
di accorciare la propria gita seguendo le indicazioni del programma.
Mezzi
di trasporto:
i gitanti useranno in modo autonomo gli autobus urbani.
Iscrizioni: le iscrizioni
alla gita si fanno presso la segreteria della sede del Cai XXX Ottobre di via
Battisti 22 (tel.040635500), aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 17.30 alle
ore 19.30. La quota d’iscrizione richiesta (comprensiva del rinfresco) è pari a € 8, a copertura delle spese
organizzative. I non soci Cai dovranno versare un supplemento di € 8 per
l’assicurazione soccorso alpino.
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La mappa è tratta dalla carta Tabacco n° 47 in scala 1:25000 |
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