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GITA DEL 26 APRILE 2020 - PER IL TAM DEL CAI XXX OTTOBRE DI TRIESTE


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IN TRAVERSATA DA RONCHI A DUINO
"dove il Carso incontra il mare"
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L'itinerario:       Ronchi (11 m), Rocca di Monfalcone (88 m), Cima di Pietrarossa (121 m), Sablici (77 m.), Moschenizza (XX m.), Fonti del Timavo (2 m), Villaggio del Pescatore (2 m), Duino (56 m).

IL PROGRAMMA DELLA GITA:
Ritrovo dei partecipanti alla gita presso la stazione ferroviaria di Trieste.
Ore 7.28 Trieste: partenza con il treno (costo 3.40 euro). La linea ferroviaria oltrepassata la zona costiera di Trieste e Monfalcone, ci porta fino alla stazione di Ronchi nord.
Ore 8.00  Ronchi (punto 1). La nostra camminata inizia con l'attraversamento della tranquilla periferia est della cittadina, caratterizzata da villini con giardino, che nel suo espandersi ormai si sta unificando con quella ovest di Monfalcone. In circa 20 minuti perveniamo ad un gruppo di case costruite dal Comune, proprio dove il primo rilievo carsico incomincia ad elevarsi dalla piatta pianura isontina. In fondo al complesso, la dove termina l'asfalto, una segnalazione evidenzia l'inizio del "Sentiero dei Castellieri" da dove partirà la nostra effettiva traversata. Preferibilmente seguendo il sentiero indicato dal segnavia bianco-rosso ci innalziamo lungo la larga e spoglia dorsale, in un'ambiente tipico da landa carsica. Lungo il cammino incontriamo una fitta serie di trincee e muri difensivi che sono delle opere belliche risalenti alla prima Guerra Mondiale. Al suo inizio (24 maggio 1915), quì era istallata la prima linea difensiva austriaca. Conquistata dagli italiani con un iniziale balzo offensivo fu poi da essi riciclata per fronteggiare quella austriaca che era stata arretrata sui dirimpettai monti Cosici e Debeli. Fiancheggiando a tratti una lunga muraglia con feritoie, il sentiero storico ci conduce in cima ad alcuni cocuzzoli (il più notevole è la quota 60, detta "la Gradiscata "), anticamente sede di castellieri, dei quali ne restano poche tracce. Attraversato poi un boschetto arriviamo alla più consistente quota 88 dove troviamo la Rocca di Monfalcone. E’ posta in una posizione importante strategicamente perché si riesce a dominare l’intera pianura circostante. Per millenni l’uomo ha costruito le sue difese: prima il castelliere, poi certamente una torre romana (a guardia della via Gemina), che ebbe la sua massima rilevanza sotto il Patriarcato d’Aquileia. Gravemente danneggiata durante la Grande Guerra è stata riedificata e affidata al Gruppo Spelealogico del Fante che vi ha insediato  un piccolo museo paleontologico, meritevole di una visita. Riprendiamo il sentiero dei Castellieri che prosegue quale comoda carrareccia. Molti sono i manufatti bellici, incontrando la Trincea Cuzzi, che fa parte della restaurata trincea Joffre che visiteremo, potendo così accedere anche alla Grotta Vergine (torcia) che era stata risistemata a ricovero militare. Poi, con una deviazione, incontriamo l’altura interamente circondata da trincee (tutte percorribili) della cima di Pietrarossa e, la vicina la quota 85, detta "quota Toti", che erano restate entrambe in mano austriaca fino al 1916. Proseguendo al bivio successivo è meritevole fare una deviazione per raggiungere la piccola altura del Sablici, ultimo baluardo austriaco a difesa del gruppo dell’Ermada.. La discendiamo fino a un punto obbligato che sottopassa la ferrovia per poi percorrere un breve tratto dello svincolo per Monfalcone. L’itinerario prevede ora di prendere una carrareccia inerbita che ci porta al piccolo colle della Moschenizza. Dopo una selletta saliamo all’ultima elevazione. Nonostantela quota quasi irrisoria costituisce uno dei punti più interessanti, costituito da un piccolo tratto di carso, circondato però dall’autostrada e dalla Cartiera. La discesa si conclude al largo e suggestivo canale Locavaz. Dovremo proseguire, facendo attenzione alle automobili, lungo la strada statale, oltrepassando il ponte e affiancando poi l’acquedotto del Randaccio; poco distante si trovano dei resti romani (difficimente visitabili) che costituivano una stazione di sosta sulla via Gemina. Abbiamo perigliosamente raggiunto la zona delle fonti del Timavo e l’antica basilica di San Giovanni in Tuba, ricostruita dopo i danni della Grande Guerra. Visitata la chiesa, i più stanchi potranno finire la loro escursione avvalendosi del bus 44. Oltrepassiamo le sorgenti dei tre rami iniziali del fiume che qui si prende forma. L’ambiente è molto bello e suggestivo. Potremmo continuare lungo la riva del breve fiume, ma è più meritevole seguire il recente sentiero con segnavia che ci porta ad visionare delle ultime caverne belliche. Il sentiero ci permette di raggiungere il Villaggio del Pescatore, posto in una baia incantevole. Breve visita a un museo molto descrittivo, opera dell’associazione locale Flondar. Anche qui è possibile interrompere, grazie al bus 44, la propria camminata. Al termine del borgo, passando davanti agli scavi dove sono stati trovati i resti di due dinosauri, ci avviamo verso la conclusione della nostra traversata, che prevede l’attraversamento del labirintico “Parco dei Cervi”, che era il luogo di caccia dei signori dell’ormai vicino castello di Duino. Uscendo dal parco attraversiamo il paese di Duino (composto soprattutto da bei villini) accedendo alla zona del complesso del castello, che ospita anche sede del Collegio del Mondo Unito. Rimandando ad altra occasione la visita delle sale del castello di Duino e del suo parco e ignorata la possibilità di prosecuzione seguendo il magnifico ma fin troppo conosciuto e frequentato “Sentiero Rilke”, nell'attesa del bus 44, ci concediamo un meritato momento di ristoro finale nella trattoria di fronte al castello.



SITI IMPORTANTI:
i castellieri